lunedì 15 giugno 2015

Coding? Un gioco per bambini

Si può insegnare l’informatica ai bambini? Sembra proprio di sì e ormai è una realtà molto diffusa.
Da alcuni anni si sta affermando una metodologia che permette ai bambini di acquisire i rudimenti della programmazione attraverso un sistema semplice e intuitivo.

È il Coderdojo. Questa esperienza si è realizzata da gruppi di volontari che gratuitamente sono interessati a promuovere il software libero e l’informatica attraverso il gioco, anzi, un videogioco.
Nel 2014 l’associazione Liber@-Mente insieme ha lanciato l’idea di organizzare laboratori di Coderdojo all’IC6. Tra novembre e febbraio all’IC6 sono stati organizzati 4 laboratori, 2 dei quali hanno riguardato gli alunni della Scuola Cappuccini delle classi terze, quarte e quinte.
Per la cronaca, il laboratorio dura circa 3 ore e coinvolge in media 15-20 bambini, dipende dal numero di coach e dalla capienza della sala. Il lab è aperto a tutti (purché sappiano leggere) ma è a numero chiuso, non c’è alcuna selezione in ingresso, si va in ordine di arrivo delle domande.
Eravamo partiti con la proposta di un laboratorio, ci chiedevamo che tipo di interesse avrebbe potuto sollevare una proposta come questa: 3 ore di laboratorio intensivo di informatica al sabato pomeriggio dopo 4 ore di scuole. Nel giro di poche ore dall’annuncio abbiamo capito l’aria che tirava: il numero di richieste è subito schizzato ben oltre i limiti che ci eravamo posti. E allora, che fare?  Escludere? Macché! Abbiamo deciso di raddoppiare. Invece di un lab ne abbiamo fatto 2 per un totale di 40 bambini. Qualcuno si chiederà com’è andata. Bambini entusiasti e interessati, le 3 ore sono volate.

Tutto questo è stato possibile grazie alla disponibilità e all’entusiasmo del gruppo di coach capitanato da Serena Bedeschi e Simone Bacciglieri. Chiediamo a Simone come hanno vissuto quell’esperienza.
Da quanto tempo organizzi laboratori di Coderdojo?
Da poco più di un anno, il primo evento organizzato da me e Serena è datato 5 aprile 2014. Prima ho seguito per un po’ i ragazzi di CoderDojo Bologna per capire come muovermi.

Cosa serve per partecipare a questi laboratori?
Un pc portatile (ma non è obbligatorio, se qualcuno è sprovvisto cerchiamo di dargliene uno noi) e la voglia di imparare giocando.
Com’è stata l’esperienza con i due gruppi di bambini della scuola elementare Cappuccini?E` stata…. intensa! In poco più di un anno abbiamo organizzato undici eventi ma nessuno ha coinvolto così tanti bambini. Tre lezioni in una sola giornata coinvolgendo 60 bambini (di cui una quarantina delle Cappuccini) è stato tanto faticoso quanto divertente.  La cosa che stupisce di più è il fatto che i bambini siano stati buonissimi per tutta la durata della lezioni.
Era la prima volta che organizzavate un lab in una scuola?
Sì. Ho avuto occasione di organizzarne un altro un paio di mesi dopo ma è stata una cosa diversa: era un lab fatto all’interno di una classe durante le ore di lezione.
Quanto tempo ci metti a preparare un incontro?
Dipende se devo preparare solo la lezione o gestire anche le iscrizioni. Ormai siamo già abbastanza collaudati quindi per preparare una lezione non ci metto più di un paio di ore.
Cosa serve sapere per fare il coach del Coderdojo?
Per prima cosa bisogna ovviamente saper usare Scratch, e questo si assimila abbastanza velocemente. Le caratteristiche che bisogna avere per essere un buon mentor (e quindi devono avere tutti gli adulti in sala, non solo il “coach”) sono:
  • saper trasmettere il “pensiero computazionale”, cioè la capacità di analizzare i problemi scomponendoli e creare soluzioni utilizzando un linguaggio di programmazione, attraverso l’uso della logica e del ragionamento;
  • avere una spiccata predisposizione al debugging, cioè saper capire in pochissimo tempo dove si trova l’errore all’interno di un programma che non fa quello che dovrebbe. Questo è fondamentale per evitare che ad ogni errore si fermi la lezione per aspettare la correzione.
Ma tutto questo, perché lo fai?
Sicuramente perchè mi diverto, perchè amo stare in mezzo ai bambini e perchè mi piace trasmettere agli altri quello che so fare. Ma il motivo principale è perchè non mi piace per niente vedere tutti questi bambini e ragazzi con pochissima conoscenza degli strumenti che ormai sono parte integrante della loro vita (e lo dico da genitore!).
 
Il Coderdojo è un’esperienza contagiosa, e mentre organizzavamo quello con Serena e Simone abbiamo scoperto che esiste il Codedojo Imola, li abbiamo incontrati e anche il nostro Presidente del Consiglio d’Istituto IC6 si è appassionato alla cosa … ma questa è un’altra storia per un altro post.
Altre informazioni sull’esperienza di Simone e Serena all’IC6 di Imola le trovate sul loro blog

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